Il 18 ottobre si celebra la XVI° Giornata Europea contro la tratta di esseri umani, istituita dalla Commissione Europea. È un appuntamento importante per informare la cittadinanza su cos’è la tratta di esseri umani – un concetto che risulta, a volte, particolarmente tecnico e per questo conosciuto solo dagli
“addetti ai lavori”. È anche un’occasione per far conoscere come l’Italia sia impegnata da oltre vent’anni nel contrasto a tutte le forme di tratta e grave sfruttamento e nella protezione delle vittime.
La Regione del Veneto, che da sempre ha posto attenzione a questi temi, dal 2021 ha assunto la titolarità del progetto Antitratta Veneto “N.A.V.I.G.A.Re- Network Antitratta Veneto Intersezioni Governance Azioni Regionali “ e del Numero Verde Nazionale in aiuto alle vittime di tratta, 800 290 290 attivo 24
ore su 24, 365 giorni l’anno, confermando in questo modo non solo l’interesse al tema, ma l’impegno concreto nella tutela delle vittime di tratta e grave sfruttamento e al contrasto, attraverso azioni multiagenzia, alle reti criminali a livello nazionale.
Nonostante gli sforzi profusi però, la tratta di esseri umani e il grave sfruttamento continuano a rappresentare una seria violazione dei diritti umani per migliaia di donne, uomini e persone transessuali, in Italia, così come negli altri Paesi dell’Unione Europea e del resto del mondo. La pandemia e l’aggravamento costante dei fattori economici e ambientali hanno contribuito all’esacerbazione delle vulnerabilità di migliaia di persone, esponendole maggiormente ai rischi di tratta e grave sfruttamento da parte di reti criminali transnazionali e locali.
Alla prostituzione forzata, all’accattonaggio forzato e al coinvolgimento di adulti e minori nelle economie criminali forzate, da sempre ambiti oggetto di sfruttamento, si evidenzia un forte aumento dello sfruttamento in ambito lavorativo oramai diffuso in tutti i settori produttivi.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, infatti, stima che, nel mondo, nel solo 2021, siano oltre 50 milioni le persone vittime di schiavitù moderna coinvolte nel lavoro forzato; un trend che negli ultimi cinque anni è aumento in modo considerevole.
Anche le analisi dei dati raccolti nel Veneto dimostrano un inversione di tendenza rispetto alle tipologie di utenza che si rivolgono ai servizi per chiedere aiuto in quanto soggetti a sfruttamento.
Infatti il 52% delle persone assistite dal progetto Navigare provengono dallo sfruttamento lavorativo soprattutto in ambito agricolo, manifatturiero e nella logistica, il 45 % del totale delle persone assistite sono uomini.
Il progetto Navigare , nel corso del bando 4 (1 luglio 2021- 30 settembre 2022) ha contattato 2563 persone potenziali vittime di tratta e grave sfruttamento, garantito un progetto di assistenza di prossimità a 733 persone e accompagnato all’inclusione sociale di 142 persone.
Anche a livello italiano il numero verde nazionale attraverso il proprio osservatorio conferma queste tendenze e richiama la necessità di stringere forti alleanze con i servizi sociali territoriali per far fronte alle complessità di cui l’attuale fenomeno è portatore.
Occorre quindi uno sforzo collettivo, delle Istituzioni e della società civile, per contrastare efficacemente tali crimini e mantenere alta l’attenzione in un’epoca dove anche le tecnologie digitali sono divenute strumenti utilizzati dalle organizzazioni criminali per reclutare nuove vittime, spesso di giovane età.
La Regione Veneto non si sottrae a queste nuove sfide.
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